Il modello sociale della disabilità è stato teorizzato dagli attivisti britannici come correttivo rispetto al modello della medicalizzazione ed è stato proposto intorno agli anni Sessanta e poi teorizzato negli anni Ottanta (Thomas, C., 1999).
Esso prevede uno spostamento del focus dall’individuo alla società, una società costruita per persone non disabili. In questo caso la disabilità è un costrutto sociale e un prodotto della relazione tra la condizione fisica/mentale e il contesto inaccessibile pensato e progettato per le persone cosiddette abili.
Quindi, secondo il modello sociale, è necessario eliminare le barriere architettoniche, lo stigma e l’esclusione sociale. Tale modello è probabilmente quello più critico rispetto al modello della medicalizzazione. La prospettiva del modello sociale era e continua ad essere estremamente importante. Esso ha trasformato la disabilità come menomazione o limitazione (le cornici cognitive tipiche della medicalizzazione) nella disabilità come oppressione.
Criticità del modello sociale
Forse quello che si perde con questo tipo di modello, invece, è l’idea della disabilità come entità attorno alla quale le persone si orientano come identità. Un’identità che potrebbe sconvolgere le norme e i valori della società.
Questi due modelli appena citati possono essere sintetizzati dal modello bio‐psico‐sociale, che mette insieme l’approccio medico e l’approccio sociale, secondo il quale la persona con disabilità non è solo un soggetto con particolari menomazioni fisiche o psichiche ma è anche un soggetto che vive in un determinato contesto sociale e culturale che gli permette o meno una certa inclusione nella società.
Esiste un connubio imprescindibile tra la dimensione psico‐fisica e la dimensione sociale.
Questa definizione però mette in luce un paradosso. Infatti, se si considera come disabile una persona con una qualsiasi menomazione, ci rendiamo conto che tutte le persone vivono nella propria quotidianità una limitazione, sia essa fisica, mentale, ambientale o sociale, che non permette all’individuo di realizzare le aspettative socialmente attese. È per questo motivo che si può concludere che tutti gli individui vivono una qualche forma di disabilità nella loro vita, possiamo essere tutti potenzialmente disabili, e la realizzazione personale nel contesto sociale dipende sia da come la persona valuta e vive la propria disabilità e sia dai vincoli e dalle opportunità che la società offre al soggetto.