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Normalize la salute mentale

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Oggi parliamo di salute mentale. In particolare la salute mentale post laurea.

Ogni tanto decido di non parlare di abilismo e assistenza. Lo faccio per non rendere il mio profilo troppo noioso e mono argomento. Perchè in realtà, giuro, ho anche altri interessi.

È successo che pochi giorni fa ho scoperto dell’esistenza della depressione post laurea. Si tratta di una condizione che si manifesta in alcune persone in seguito alla laurea e i cui principali sintomi sono malumore, pensieri negativi circa se stessi, gli altri e il proprio futuro, stati di insoddisfazione e tristezza e riduzione del piacere per le comuni attività quotidiane.

Ho scoperto che in realtà è uno stato mentale frequente in tantissimi laureati.

C’è una differenza abissale tra ciò che immaginavo fosse il post laurea e ciò che è veramente. Fino al giorno prima della proclamazione non vedevo l’ora di essere libera e di svagarmi qualche mese prima di ricominciare gli studi. Ci sono poi stati 15/20 giorni in cui mi sono goduta la felicità e la spensieratezza del momento dopodiché basta.

La mia vita è vuota.

In realtà non ci si accorge di quanto la vita universitaria impegni finché ci si è dentro. Era diventato normale giostrarsi tra lezioni, sessione esami, vita sociale, visite mediche e un minuto di respiro ogni tanto. Il problema è quando tutto questo non esiste più e ti ritrovi da un giorno all’altro senza far niente. Per questo motivo, per passatempo, mi sono messa a studiare per dare esami della magistrale senza aver seguito neanche mezzo corso. Ma ahimè ho bisogno di pretesti per occupare la testa perchè non ho ancora il privilegio di uscire di casa quando voglio.

Ovviamente queste considerazioni provengono da una situazione ben precisa che però incrementa la mia ansia per il futuro. La mancanza di una buona assistenza. Probabilmente se avessi avuto la possibilità di distrarmi dopo la laurea non sarei arrivata a tanta disperazione 🙂

Insomma, la laurea è un grandissimo traguardo ma non si è mai preparati a quello che arriva dopo. Bisogna sempre fare i conti con l’assenza di certezze e la sensazione di non avere più obiettivi. Il tutto è peggiorato da una pandemia in cui i disturbi depressivi, d’ansia e la disoccupazione sono aumentati considerevolmente. Se solo chi di competenza sapesse quanto è aumentata l’incidenza del PTSD nelle persone colpite dal Covid. Quanto la paura della morte sia aumentata.

E per di più il bonus psicologo non ha trovato spazio nella Legge di Bilancio. In una pandemia.

Vabbè menomale che esistono i miei amici.

NB: se vi ritrovate nel mio racconto non sostituite questa esperienza al parere di un esperto! Questo può fare la differenza.

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