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Recensione “La segregazione delle persone con disabilità. I manicomi nascosti in Italia”

Consiglio pre recensione: non leggete questo libro la sera/notte o se non è un ottimo periodo della vostra vita. Comunque sia state messi meglio di me perchè tutto questo non vi tocca da vicino, per adesso.

Ci tenevo a scrivere una breve (ci provo) recensione perchè secondo me questo volume la merita. Si tratta di un lavoro di ricerca promosso dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) che mette insieme ricerca bibliografica, quantitativa e qualitativa. Il percorso scelto è quello della conferenza di consenso. È quindi un lavoro molto completo che raccoglie un insieme di dati utili per analizzare il fenomeno della segregazione delle persone con disabilità. Disabilità di ogni genere ma il focus è posto maggiormente sulle disabilità psichiche e intellettive.

Speravo che ciò che era di mia conoscenza sulle strutture residenziali e sulla segregazione fosse tutto frutto di miei pregiudizi ma, ahimè, ho scoperto che così non è stato.

È incredibile come dalla Legge 180/78 (Legge Basaglia) si siano delineate nuove forme di istituzionalizzazione e segregazione. Ed è ancora più incredibile come venga ancora fatto largo uso, nelle strutture residenziali, di misure di contenzione fisica, meccanica e farmacologica. Di come non siano rispettati i diritti umani e la dignità di persone prima di tutto, con tanto di Convenzioni ratificate. Ho sempre pensato che il mondo della psichiatria e quello della disabilità fossero mondi separati invece un capitolo è proprio dedicato a OPG, REMS e istituti ed è stato estremamente interessante scoprirne i collegamenti.

Un focus sui capitoli

Personalmente i capitoli che ho trovato più crudi sono stati quelli autoetnografici. In un capitolo una ragazza con disabilità che ha trascorso 15 anni in un istituto racconta la propria esperienza di segregazione e in un altro si decide di dar voce a genitori che si vedono costretti a internare i propri figli in una struttura residenziale. Parlarne non farebbe lo stesso effetto che leggerli quindi ho deciso di non farlo. Preparatevi solo i fazzoletti prima di inoltrarvi in quelle pagine.
Molto scritti bene anche i risultati dei 15 focus group condotti in tutta Italia a persone che operano/vivono all’interno di una struttura residenziale.
Nonostante la triste verità emersa da tutte le ricerche riportate, l’ultimo capitolo spiega bene quali sono i concetti opposti alla segregazione ed è l’unico che, dopo tanta agonia, ti fa sperare in qualcosa di buono.

Questa è solo una breve recensione del libro sopra citato e un invito ad approfondire la questione, a mio parere, davvero rilevante dal punto di vista dei diritti umani.

Nel complesso: consigliatissimo per informarsi e provare magari a cambiare qualcosa. Nonostante il racconto triste vale la pena di essere letto e conosciuto ✅

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